mercoledì 17 settembre 2014

Una balena che invecchia.

Davanti il parabrezza, guardando verso l'alto tre stelle in fila parallele alla strada ss100 coponevano un cielo marino. La nuvoletta sotto era una piccola balena e le tre stelline l'acqua che il bel balenottero sfiatava.

I colori erano una pozza di azzurri, viola celeste, blu indaco e violetto. La coda della nuvola, era ritta e, più si percorreva la strada più sembrava voler sbattere contro il resto di quel cielo mare. Ho iniziato a immaginare che quella nuvola mi averebbe seguito fino a casa.

Dormire è la migliore cura.
Questo pensavo mentre tornavo dalla città dei trulli.
Ben sistemati e ordinati tra fiori colorati in cassette della frutta, telai per maglioni di lana per freddi di inverni che scaldano sotto soffitti a cono. La passeggiata è stata allietata dal burro fragrante cotto e mandorlato.

Torno a casa con solo tre zampe del ragno sul petto.
Attendo altalenante tra un entusiasmo umile di voler fare e l'insicurezza del passerotto al suo primo volo, lo spiccare del mio nuovo percorso.

Nella mia città natale, ho respirato con la pesantezza dell'aria densa i ricordi di una vita di un infanzia che non finisce.
Il respiro pesante di sigarette rollate con cura, creavano nuvolette in cui specchiarsi. Lì rivedevo e riconoscevo le urla in lontananza dei bambini nei vicoletti. Lì rivedevo le mattonelle di strega e lo stregone che raggiunge la sua amata. Lì ho rammentato la polvere mangiata e gli schiaffi per sigarette che spiravano borotalco.

E' un dato di fatto, si invecchia. L'orrore dello sfaldarsi del corpo: il desiderio dell'immortalità non può curare un'anca che vacilla o la demenza senile.

Quella balena è invecchiata con un colpo di vento e quello che rimane saranno le tre stelline, il suo passaggio nel cielo della mia vita.


Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte...
(cit. nel cesso dell'autogrill della SS 167)

Sensation experience_Lo snob non mi renderà snob

Sono pronto a vendere le mie idee, a sentirmi parte di qualcosa più grande di me, al confronto di fantasia e realizzabilità, all'apprezzamento e alle smorfie di mancato consenso e delusione.
Elettrizzante, stimolante, ricca di opportunità, fashion, diversamente abitabile, multiculturale.

Vogue Fashion Night 2014: si entra nei negozi come se essi fossero musei.
Una massa di volti, di dettagli e di carne in mostra.


Cagnette con il pelo tirato e senza pedigree. Mantelle nere di uomini ai tempi del colera, barbe curate e sopracciglia impeccabili. Donne che inumidivano le labbra come pantere davanti alla preda.
Bestie e fate. Una serata piacevole andante con bocca che si è riempita di stupore, occhi che si sono nutriti di voglie, sensi che vogliono iniettarsi di tutto.
Un senso di sicurezza si è instillato in me stesso.

Sono bello e truce, nessuno cambia mai, si è sempre un'altra versione di noi stessi.



La promessa che faccio a me stesso è umiltà, semplicità, audacia e intelligenza.
Questo viaggio da cui tutti hanno cercato di distogliermi, creando muri di gomma e paure, proiettando le loro perplessita su di me o a volte giocando con i fili delle mie paranoie, sono lo strascico.
Questa strada poco battuta presa a occhi semi aperti dopo un periodo di buio, di rabbia e sdegno che ho abbandonato è la mia rivalsa.

Lo strascico della sposa malata che ha succhiato il mio amore, è bianco e calpestato.

lunedì 15 settembre 2014

Non me la sono scopata

 S. viene a trovarmi. Lei come tante la solita storia. "Sei una persona meravigliosa, hai un cuore grande L.. Sei splendido." Le preparo una cena vegana: patè di carote, patè di carciofi e patate bollite.

L'ascolto mentre gira del marocchino sul balcone. Mi guarda sorniona e ride. Io le sorrido, mentre rimane fuori a sospirare oriente le preparo il letto. Mi racconta dei sogni, della Bolivia e di una nostra comune conoscenza che ha messo al mondo una piccola creatura.
Da qui tutta la sua passione dei parti in acqua. "Lo devi curare questa sensibilità senza farti sciupare dalle energie che tirano via la tua fiducia nel prossimo, non tutti sono buoni come te"

Mi sento come un bimbo. Sto zitto, mi tolgo i calzini mi accuccio e l'ascolto. S. cammina scalza anche su balcone. S. dorme solo con un maglietta. S, mi sorride e mi accarezza.
Non abbiamo fatto l'amore, gli si guardavano con tenerezza sapendo che poteva accadere. Sorridevamo.
La buonanotte.