lunedì 30 settembre 2013

Le vent e Cri

Questa mattina. Il grigio arrugginiva di già i miei pensieri, Siena nella pioggia sei un torpore. Mi sono svegliato, oppure pensavo di esser sveglio, perchè continuavo a sognare ancora da due giorni il sapore del biondo cenere. Un sorriso mi mantiene a letto a aggrovigliare le caviglie, una parte di me vive sempre ai Servi.
Questa mattina, lei dice, che è davvero magica
Se chiudo gli occhi mi appare, tra il vento e la rugiada. Sorride e sa entrare lei nei cerchi della mia anima. Quel cerchio perfetto di occhio castano.
Posso solo guardarla e pensare a quanto sono morbide e di miele le sue labbra. 
Ai Servi ero servo dei suoi baci. immerso nel vortice dei panorami dei giorni addietro.
Volteggiavamo, danzavamo, caminavamo camminando sull'oceano.
Blu, viola e crespe di spuma lasciavano le nostre caviglie bagnate e scivolavamo in sguardi che solo a ricordarli mi trema il cuore. 
Mi prendeva il volto e mi carezzava, come se fossi cosa preziosa. Lei illuminava il mio brillo sguardo e in quel preciso istante ho immortalato che eravamo noi a vivere e regnare in quell'anglo di mondo. 
Quell'angolo ci appartiene e gli dei ci invidiano. 
Nè amore nè lussuria, noi esuliamo da tutto e tutti non abbiamo nome, veleggiamo dove e come vogliamo.

Scarabocchiamo nell'acqua, penneliamo le nuvole e accendiamo le stelle.Vorrei intingere le sue ciocche bionde per intarsiare il suo nome nel petto. Quel petto che mi scavava vogliosa, tanto quanto me. 

So che possiamo andare dove vogliamo. Baci insaziabili, insaziabili pretendevano con morsi questo ballo, viviamo nel nostro ritmo. un bacio, un andamento sarebbe finito tutto per aspettare ancora poi, il caso
Il caso dell'incontro, dell'ogni volta come se fosse sempre la prima con lei, di ogni volta di ogni volta: ogni volta il primo bacio.






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