lunedì 30 settembre 2013

Leccarsi i gomiti

Avrei voluto indossare la mia felpa gialla, le mie converse rosse e uscire per strada. Solo.
Con un motivetto in testa nella centrifuga del cappuccio. Camminare per evitare le pozzanghere e vedere le luci dietro le persiane. Immaginare che ci sono due amanti, immaginare che si guardano negli occhi e si promettono mezzo infinito. Oltre i silenzi e le parole tra noi.
Mi chiedono di interessarmi al profondo dei loro pensieri. Crescono alberi con queste gocce abbondanti insipide, che assumono la forma di una smorfia.
Non sono interessato a conoscere la luna del mio scorpione, guarirò nel soffio della mia anima, il mio whistle sarà il timone.
Sono circondato da persone meravigliose.
C'è sempre dell'altro tra due persone che parlano. Che cosa? Un bacio, un cane, un dispetto.
Non so se è ancora inutile.
I perchè dei perchè non aiutano, sono semplici risposte a tasselli che non ricongiungo più.

Psicologia della percezione. Un 28 per la teoria, Tennen's e whyshey per la pratica.
La sera è stata la scintilla dell'accadere. L'intuito mi ha guidato e mi ha portato quello che volevo veramente.

A guardare fuori in attesa che spiova. Forse non c'era davvero niente da fare, forse costruisco ancora solo dei mondi perfetti a cui piace vivere alle persone. Sono buono e oggi questa pioggia mi ha fatto lavare i gomiti con la lingua.

La felpa gialla la metterò domani.

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