lunedì 15 ottobre 2012

Alla ricerca dell'isola felice.

A questa età non avere un lavoro è simile a innamorarsi la prima volta e non possedere l'oggetto del desiderio, perchè lei è una stronza. Mi ripeto: Il lavoro è come l'amore arriva quando meno te l'aspetti.
Meno male. Io cerco, cerco, cerco. Forse non cerco bene, forse non so propormi, forse devo ancora aspettare. Certo aspettare, nell'alveolo sicuro di madre università.

Sto scivendo questo post, gustando caldarroste d.o.c.. Ho aperto la busta dove erano custodite, un odore di sottobosco, funghi e umida pioggia. Questo misto di odori mi ha riportato a ieri: Tour del Chianti.
Come un orso ho leccato alberi di muscho verde smeraldo, quasi da indossare, erano come lana morbida.

Se il senso è il modo di descrivere, e il significato è il riferimento a qualcosa.

In questa vita qua, sempre alla ricerca di un'isola felice, per ormeggiare un paio d'ore, scaricando pensieri e travagli di onde lasciate alle spalle, il significato sono io; ma il senso?

Non sense.

lunedì 8 ottobre 2012

Si chiudono cerchi

Il destino sembra che mi accompagni verso una nuova bolgia.
Tra uno scherzo e l'altro è riuscito a farmi chiudere il cerchio dopo un anno.
In una settimana ho raccolto il seminato non curato di un anno. Ogni esperienza ed emozione è stata accompagnata dal brano musicale che fu il loop emozionale dell'inizio di quell'esperienza e dquell'emozione, in questo luogo, un anno fa. Come si aprì ora si è chiuso. Non con la stessa emozione ed esperienza ma un richiamo consapevole con la canzone giusta a quello che fu e quello che ora è. Il destino mi da la possibilità di confrontare emozioni, e la musica di viverle in maniera distaccata. Abbiamo tante personalità tanti quanti sono i neuroni. Si chiudono cerchi.

La notte vorrei tanto dormire. Sogno ad occhi aperti e cerco la spiegazione più razionale ad ogni stato emotivo. Leggo carte e consulto tarocchi. Ieri sera, mi imbatto in una bancarella di spezie, erbe medicamentose e altri intrugli di vario tipo che stimolano la mia fantasia alchemica. Mi fermo, interrogo il commerciante su ogni tipo di spezia che ancora non conoscevo, decido di acquistare: nigella sativa, curcuma, farina di canapa (ovviamente/sfortunatamente senza ThC), guarana.

Il cambiamento sta realizzandosi, l'euforia mi fa pianificare fino a pensare al "piano C", la malinconia e la nostalgia mi rendono insicuro.

Estate 2009

Due ragazzi scalzi, vestiti di tatuaggi, corrono inseguiti da cani bianchi. Suonano con il flauto pippi calzelunghe e il rasta loro come codino ha cadenze a ritmo.
In quel momento ho imparato a come ricordare. 


sabato 6 ottobre 2012

"Player one"

Venerdì.

Steso sul divano, al buio, mi domando l'entusiasmo di 2 o 3 anni fa prima di un party dov'è finito?
I "bibitoni", le "strategie", le "ali", i brividi del sound, tento di scovarli in una sambuca.
Non ero io dovevo riposare, mi appisolo e aspetto una chiamata.
Arriva la chiamata, l'appuntamento è a mezzanotte. Mi sento pinocchio che aspetta il carro di Mangiafuoco per andare nel paese dei balocchi.
Sambuca, Stock 84, e vinello Chianti. Passo dopo passo, vestito nero come la notte, mi avvio al delirio.
Siamo in quattro, baci abbracci e saluti street. Entriamo, è presto, è solo l'una. Sostiamo con altra gente fuori a sorseggiare e chiacchierare.
Ormai si "acchitta" sull' Iphone o sulla carta di identità plastificata. Mi guardo in giro come al solito, occhi pieni di sogni, paranoie e mascelle che digrignano filastrocche. Il delirio intorno è tutto da seguire stabilisco la mia frequenza, certi discorsi per capirli puoi solo immaginarli. L'interpretazione è al limite della realtà, puoi permetterti di tutto con pochi gesti o poche parole, sguardi e voli pindarici senza deduzioni illuminano le idee nascoste. Sono a mio agio. Esisto nella mia multiforme stranezza e raziocino. Ingoio un gotto e mi nutro di catrame. E' ancora presto, si ode il rimbombo della break. Entriamo, e riusciamo per acquistare sigarette e altro intruglio magico degli dei: vino. Il colore grigiastro delle bottiglie ammaccate di plastica, mi porta alla mente tanti nebulosi ricordi. Li osservo e sento ballare i miei neuroni specchio. Maskk è in consolle.
Sembra una festa di compleanno. La musica mi sballa. Mi spoglio, e faccio il "player one".
In sala gomito a gomito, siamo tutti a ritmo. Tutti adepti girati come un musulmano verso il sole per pregare, tutti verso le casse. Immobile, in piedi, mentre tutti si agitano realizzo perchè mi piace tutto questo, ancora una volta, e come sempre ad ogni party. La consapevolezza, la coscienza, siamo io e tanti io in quella sala che ci guardiamo le spalle e inseguiamo il sound con il dito.
Player one

Si chiudono cerchi.

giovedì 4 ottobre 2012

Ovuli di fata

Non avevo mai mangiato funghi crudi, neanche ad Amsterdam.
Gli ovuli con prezzemolo, grana padano a scagli e olio extra vergine di oliva. Al gusto sentivo un retrogusto delle prime piogge nei boschi di castagno, e limone. Davvero ottimi.
Nel pomeriggio sfruttando la piastra ancora calda, da spenta fa salire un ottimo caffè energetico per avviarmi allo studio dell' emergere della coscienza dagli stati cerebrali.
Dopo quattro ore concentrato, decido di fare merenda con pane e olio, generosa bontà di contadini.
Esco. Conad, per acquistare in modo distratto latte, patate e baguette calda. Esco, nei quattrocento metri liberi affamati la baguette è già esaurita. Mi diverto a pensare come combineranno i loro ingredienti i clienti conad, mentre vedo scorrere sul nastro le loro verdure, carni e pesce congelato. La maggiorparte sono tutti e tutte single penso, e lo deduco dalla solitudine delle loro unica melanzana nella busta, o dalle sei uniche polpettine mignon gia impanate.
Torno a casa. Con fare alchemico soffriggo la cipolla e il curry, per farci rotolare poi adiposamente salsicciotti suini con finocchio. Per contorno Ovuli di fata di bosco.

Stanotte.

Sogno lei, che da venti centimetri più alta di me, con un mio abbraccio, si abbassa fino all'altezza giusta per baciarmi in modo sfuggente. Chiudo gli occhi per piacere e, riaprendo mi ritrovo due occhi blu. Quel blu che si abbina in modo inequivocabilmente rigoroso a labbra rosa gioiello perla. Quegli occhi blu mi fissano e mi legano le braccia la collo. Riapro gli occhi e lei mi bacia con la punta della lingua, e poi con supplica mi dice di non continuare a baciarla. Poggia la testa sulla mia spalla e piange e mentre continuiamo a volteggiare a trecentosessanta gradi ci dissolviamo nel nero e cadono nel vortice solo due diamanti blu.

mercoledì 3 ottobre 2012

Deduzioni Altrui

Paccheri di Gragnano e ragu', con comete di pecorino romano d.o.c..

La consistenza della pasta, il deciso odore del pecorino e il sodo ragù hanno estasiato la mia giornata.
Inutile. Biblioteca, casa, letture varie, pranzo, passeggiata, gelato al pistacchio e yogurt e mela verde.
Mi accorgo di dover delle spiegazioni a qualcuno, ma non lo faccio tiro a sorte con i pensieri che mi sembrano più utili per i processi inferenziali altrui.
Mi sono promesso di leggere Oscar Wilde. Il celebratore dei sensi. Dare un aggettivo al nome è un virtuosismo che vorrei imparare bene. Sinestesia totale di descrizioni inutili.
Leggo, ripeto, ripasso, riscrivo l'esame per il 19 Novembre.
Sospetti fondati dilagano la mente, la mia faccia tosta vincerà sulla reticenza. Avrò quello che voglio. Aspetto e poi mi vendicherò. Amici miei.
Lontano dagli occhi lontano dal cuore. Devo liberarmi della colpa, o forse devo solo sbattezzarmi?
Divoro un libro al giorno, cerco risposte in immagini di copertina che scelgo a caso in libreria. Niente.
Geist.

Vedete Cape Fear

martedì 2 ottobre 2012

All'età che ho non so ancora fare una parentesi graffa.

Nessuno impara a fare la parentesi graffa, o almeno la maggior parte delle persone che conosco.
Un vagabondo che elemosina, dona ad un'altra elemosinatrice, farfugliandogli qualcosa nell'orecchio, due bulloni. La donna si spaventa e butta i due bulloni. Penso ancora a cosa gli avrà detto.




Percezione veridica e lisergia

Rinasco dalla cenere come fenice, cambio pelle come serpente, insomma resto sempre lo stesso.

Settembre.


Nell' assolo preferito di ogni maledetto e sognante autunno, affogo tutta la rabbia.
Non ho sostenuto nemmeno un esame. E' vero che il dolore logora il fisico e l'odio acceca la mente.
Ho masticato qui e là stati mentali e stati cerebrali arrivando a pensare che radicalmente esiste l'allucinazione totale. Al di là delle convenzioni siamo bestie.

Ottobre.

Riesco ad abbandonarmi alla lettura, quella frivola e asettica, fatta di cose che si pensano e cose che si dicono. Ultimamente non ho una vita, mi piace vedere quella degli altri, nei libri e nei film.
La mi vita sta cambiando forse, in bene o in male non lo so, ho lanciato la monetina per prendere la decisione. E' stato nel momento in cui fluttuava nell'aria che ho saputo subito cosa fare.
L'ho fatto.
Fine, Game Over, The end.........

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(Punto e accapo)

L'ultimo concerto di Iggy Pop e gli Stooges in Italia.