sabato 21 aprile 2012

Cognizioni, tecnologie e sostenibilità

Il giorno dopo quel giorno, il giorno dell'esame, sarebbe stato il mio compleanno.
Avevo voglia di regalarmi un bel voto per il mio primo esame.
E fu ventinove. Il mio primo esame preparato lavorando e con una casa appena fittata da sistemare.
Centocinquanta paginette, otto slides scaricate da internet e questo è tutto per il non frequentante.
La mole di studio non mi spaventava, il tempo a disposizione un pò si.
Quindi 150 meno indici e glossari, meno approfondimenti, considerando la radice quadrata della larghezza delle parole e applicando il periodico di approfondimento che non leggero mai, se non nel mio tempo libero: CE LA POSSO FARE. Ce la devo fare. Ce la farò.
Era più una sfida con me stesso passare il mio primo esame della mia magistrale.
Il lavoro era penoso, non scrivevo, come si dice in gergo tra noi e la motivazione sotto i piedi. Sette ore della mia vita giornaliera a parlare con gli sconosciuti.
Le restanti ore le dividevo tra riposo, mensole, discussioni, piatti sporchi. Ah...dimenticavo, e lo studio.

Riprendere a studiare ha significato, riprendere a disegnare, a scoprire il colori a pastello a spirito, i colori , i temperini e i fogli. Ha significato spolverare il non - sense: frasi senza senso lasciate scorrere a velocità tonali variabile, da diluire al mattino tra veglia e sonno o alla sera mentre preghi già il Signore per farti passare l'esame anche se non hai ancora iniziato a studiare.

L'amore per la ciliegia è un paiolo pieno di pirati.

Ecco un esempio pensate sia creatività o un disturbo serio?

Formulare frasi mai sentite prima è una strana sensazione. Combinare in modo infinito elementi finiti, le parole, pur rispettando un ordine e delle regole, è la facoltà più strabiliante del mondo. I bambini hanno molto da insegnarci, perchè noi ora potremmo farlo seguendo i binari dell'interpretazione o del senso.

Vado a fumare uno scorpione nel mare di un faro appena spento su una candela.

L'avevi mai sentita?

Perchè ci riusciamo?
Ad un numero finito di regole dovrebbe corrispondere un numero finito di combinazioni.
Ad un numero finito di significati dovrebbe corrispondere un numero finito di implicazioni.
Siamo sette miliardi sulla terra se non ho sbagliato a contare, MI STATE DICENDO CHE AVREMO INFINITE IMPLICAZIONI PERSONALI DI SIGNIFICATO PER VIA DELL' UNICITA' E IRRIPETIBILITA' CHE OGNUNO DI NOI POSSIEDE?

Non ha senso la frase. Supponiamo che non abbia senso, in considerazione del fatto che non ha riscontro nella realtà, nessuna intenzione di riferirsi a cose reali, nel senso di connessione tra eventi che possano davvero capitare. Perchè la comprendiamo e riusciamo a immaginarla e ognuno di noi riesce a immaginarla in maniera diversa?

Il cane che abbaia nel muro ha udito lo spartito delle scale mobili.

Non ho bevuto, non ho fatto uso di sostanze superfacenti. Mi vengono A RUOTA LIBERA.
Eppure le parole non sono legate tra loro per associazione tematica o tassonomica.
A cosa è dovuta la profezia?

Le parole stesse sono artefatti per interpretare quello che non si può spiegare?
Sono estensioni dello spazio e del tempo.

Immaginare le parole e far immaginare con le parole è la sensazione più sbalorditiva del mondo.
Io ce l'ho. Anche tu. Solo noi umani abbiamo la capacità di risolvere problemi, tramite estensioni corporali: dalla parola a internet.

All'esame non ho detto tutte queste cose. Il docente è stato squisito, e io onesto con lui.
Mi ha chiesto l'unica slide che non ho letto. E' fortuna o caso?
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Lo studente lavoratore è stato molto contento e deve ringraziare un angelino che sa quando vuole prendersi cura di lui.

L'esame lho fatto in un vecchio ospedale psichiatrio.



c'è connessione tra gli eventi non appartenenti al nostro scorrere della vita e i fatti che vogliamo far accadere nella nostra vita? Se si il loro coincidere come si chiama?

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