domenica 14 dicembre 2014

2.42

Play ~》 The Touch of Your Lips


La pioggia di oggi ha lasciato del bagnato e sul marciapiede le luci di natale sembrano così riflettere più festose.

Entriamo.

Il teatro brilla e io la seguo come se fosse una cometa.
Mi tiene il mignolo e mi sorride. Mi trasporta disinvolta ai nostri posti. A3 e A4 unica fila. Soli.

Il sorriso lucente tra le labbra rosse e il suo vestito altrettanto peccaminoso, attirano gli sguardi altrui.
Sorride, è impeccabile penso.
Un vestito rosso che lascia scoperta una linea che scende fin dove posso immaginare. 
Con una scusa le sfioro la schiena per indicarle altri posti a sedere. Lei socchiude gli occhi. Sfilo la rosa dal taschino e la infilo tra i suoi ricci. Continuo a tenerle la mano e la curva della sua schiena con tutto il suo peso che spinge contro la mano. L'avvinghio per un casqué, mentre mugolo sorridendo un motivato tra il romantico e il divertente.
Le faccio cadere la rosa e lei la segue con lo sguardo mentre morbidamente rimbalza rossa di bocciolo sul carpet. D. si rigira come se si fosse accorta dei morsi che le stavo per dare al collo.
La guardo brillare negli occhi, abbassa leggermente lo sguardo e sorride. Le carezzo le gote e mi fermo sul suo neo, quel neo alla distanza di un bacio. La tendo, mi avvicino, la bacio cercando la carnosità del suo labbro inferiore.
Io contro lei, sotto la piccola insegna dell'uscita di sicurezza.
In un attimo, penso,mi sciolgo nei brividi di quelle notti al mare.
Lo aspettava quel bacio, appena ci tocchiamo entriamo nel vortice viola e rosso del morbido velluto.
Riapriamo gli occhi e mentre ci guardiamo sentiamo applaudire. Con sorpresa ci sorridiamo, non siamo noi lo spettacolo.Raccolgo la rosa, la risistemo e lei con il pollice mi toglie il rossetto dalle labbra. Mi sorride, mi riprende il mignolo e mi dice andiamo non senti applaudire è cominciato.



sabato 13 dicembre 2014

La vita di un estintore

Ogni giorno alle 16.30.
O. si alza manovra le chiavi e chiede con cordialità in ufficio: Caffè?
Non rispondo mai e neanche mi alzo. Adoro il caffè, ne bevo almeno cinque o sei al giorno, e lui lo sa. Allora ripete: "Lorenz" caffè?

Io, con aria sollevata rispondo sempre di si. Raccatto il tabacco, l'accendino e gli spicci e scendo con loro. Con andare lento e sollevato ci dirigiamo alle macchinette del caffè.
C'è un estintore davanti le macchinette del caffè. G. dice sempre che vorrebbe una vita da estintore.
Allora lo guardiamo e immaginiamo. Una vita che potrebbe durare un giorno, una vita da spendere per salvare persone, una vita che ha portato morte, una vita da impiccato appoggiato a un cartongesso, una vita in silenzio.

Mentre scendo le scale di parquet, leggo D.. Si interessa alla mia giornata. A volte mi chiedo perché.
In fondo mi fa molto piacere. E mi ritrovo a sorridere.

E. è sempre sorridente, mi parla mi racconta aneddoti divertenti. Inumidisce sempre le labbra, mi sistema il cappotto, mi stringe la spalla. Sembra una ragazza dolce e ilare.
Nonostante il mio scadente inglese, come le zuppe di ravioli in scatola del discount, mi ascolta quando le parlo dei film e della cucina italiana.
Quando tenta di parlare in italiano, l'immagine che ho di lei è quella di una prostituta straniera in terra italiana.

Vita di un estintore.

Mi accompagnano a fumare, sul balconcino.
O. che ha tatuato sull'avambraccio Friendship, è molto saggio, lo ascolto sa dare buoni consigli. Sembro irrequieto. Sembra che anch'io corra a vuoto. Sembra che stia annaspando.
Devo mascherare ancora per bene la mia natura. La perfezione non esiste e io ne sono anche un esempio.

Vita di un estintore.